femm. di Paola Rivolta

Il libro che voglio presentarvi oggi s’ intitola femm. ed è stato scritto da Paola Rivolta.

Diciotto racconti che narrano di diciotto donne diverse tra loro. Diciotto nomi. Diciotto luoghi e culture così diverse nelle quali vengono ambientate le storie: si passa dalla provincia italiana con i suoi odori e sapori tipici, alla metropoli americana, alla città russa e a luoghi che potrebbero essere ovunque. Un senso di discontinuità che ti obbliga a cercare tra le pagine qualcosa che tenga unite le storie. Al termine della lettura, quel senso di frammentazione mi ha spinto a pensare a tutti quei racconti come ad un’unica storia. Che narra la complessità dell’essere femmina.

Se la parola femmina rimanda etimologicamente a colei che allatta e che genera, mi sono chiesta se la scelta del titolo Femm. non abbia a che vedere con una femminilità problematica, non del tutto risolta (femm. e non ancora femmina) come le donne protagoniste dei racconti: donne alla ricerca delle proprie radici, un po’ perse, donne a cui viene negato l’amore, donne che tradiscono e che vengono tradite, donne che uccidono, donne amareggiate, tormentate, perfide. Sono madri, amanti, sorelle. Femmine che si allontanano da quell’idea di femminilità culturalmente richiesta, e che tentano di dare voce alla complessità dell’essere femmina, con le sue ambivalenze, talvolta la sua tragicità : significativo a questo proposito il racconto  Con la speranza che l’abusare del proprio corpo convincesse la natura. La protagonista ha una figlia che non riesce ad amare. E si tormenta alla ricerca di una qualche emozione, del desiderio di abbracciarla come pensavo avrebbe dovuto essere normale. L’unica cosa che invece provavo era un peso sul cuore, un’angoscia che riuscivo a gestire solo quando ero lontana da lei. E in quella maternità manchevole e differente si ritrova compresa dalla propria madre. E una domanda: Cos’era il suo? Un invito a rassegnarmi al destino di essere madre?

Nella seconda di copertina trovo scritto questo: di fronte all’ambiguità della natura umana resta nel lettore un senso di smarrimento che lo costringe a cercare tra le parole lette una rassicurazione morale, o almeno una qualche certezza. Io non lo so, non credo di essere d’accordo: forse invece leggere di queste ambivalenze, ambiguità, tragicità a volte anche un po’ caricaturali (vedi la donna killer) ti permette di alleggerirti da quell’ideale sociale e culturale richiesto alle femmine e che fa sentire sempre in colpa e inadeguate. Forse è proprio nella possibilità di avere accesso a tutte queste sfumature che da femm. ci si potrà avvicinare all’essere femmine.

Il segnalibro rappresenta un tulipano giallo……un tempo questo fiore rappresentava l’amore irrimediabilmente infelice, un amore senza speranza, ma del corso degli anni, il significato si è evoluto verso un pensiero di allegria. Anche in questo fiore una pluralità di significati.

Alla prossima.

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femm. di Paola Rivoltaultima modifica: 2019-10-13T08:37:56+02:00da ilibridisilvia
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Commenti (2)

  1. rivoltap

    Gentile Silvia, curiosa questa omonimia!

    Ho letto la sua recensione. La ringrazio per aver dedicato del tempo alle “mie” femmine. Viste le sue precedenti recensioni, sono in ottima compagnia!

    Non ho teorie preconcette su quello che scrivo, intendo dire che divento consapevole della mia scrittura attraverso i lettori. (Processo che dovrebbe essere proprio di ogni scrittore!)

    E’ chiaro che non c’è nulla di naif nei miei racconti. Sono frutto di una esperienza di vita sulla quale ho molto riflettuto e ancora rifletto, ma non c’è una volontà preordinata nel dare quella particolare angolazione alle mie protagoniste. E’ semplicemente ciò che conosco e che vedo nella mia vita e nella vita degli altri.

    Femm., femmine forse per caso.

    Il prossimo libro potrebbe intitolarsi masc. e la doppiezza dei personaggi non sarebbe da meno. Siamo tutti vittime di stereotipi e delle aspettative altrui. Tutti cerchiamo faticosamente di assomigliare a noi stessi e solo di rado, in parte, ci riusciamo, ma ne veniamo fuori monchi, grotteschi, quasi sempre inadeguati, talvolta anche poetici.

    Il titolo, femm., è abbreviato (monco anch’esso) – se vuole – proprio per questa incompiutezza, questa impossibilità di essere monolitici eroi, per questa continua perdita di sé.

    Ho apprezzato la sua riflessione su come la manchevolezza delle mie protagoniste possa essere rassicurante, come se rappresentasse una possibile via di fuga dai cliché. Un tassello che mancava al mio angolo di visuale.

    Ho estrema fiducia nel fatto che i lettori ricoprano una sostanziale parte creativa nella costruzione di uno scritto letterario. Credo che se la letteratura ha come scopo l’avvicinarsi alla verità non possa farlo solo attraverso il punto di vista dell’autore, uno solo e pertanto parziale. Per cui grazie del suo prezioso contributo!

    Paola Rivolta

  2. marigaspa1

    Volevo acquistare questo libro perché tanto la presentazione quanto il commento dell’autrice mi avevano attirato;purtroppo però mi pare di aver visto che esiste solo in forma cartacea, mentre io per problemi di spazio , ma soprattutto di comodità , leggo ormai solo su eBook.Questo è un vero peccato perché una fetta sempre più consistente di lettori risulta tagliata fuori. C’è speranza che in un futuro verrà pubblicato anche in forma digitale?

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